In transumanza...
... con le pecore da Castel del Monte a Campo Imperatore
Tutto è pronto... le pecore, lo stazzo... e i pascoli sono più verdi che mai... allora si va!
L'appuntamento è a Castel del Monte, storica capitale della transumanza abruzzese.
Alessandro e Marinella ci stanno aspettando all'azienda. Quando arriviamo sono tutti indaffarati.
Gli agnelli non saliranno ai pascoli. Malic gli dà da mangiare.
I cani sentono che non sarà una giornata come le altre.
Alessandro ci mostra il vreccale, il collare chiodato con cui un tempo venivano equipaggiati i cani pastore per la difesa dal lupo.
Di cani pastore ce ne sono tanti... dai più teneri cucciolotti...
... ai cuccioli di due mesi, pronti per essere adottati da un nuovo gregge.
Qualcuno ne ha bisogno?
Prima di partire, Marinella ci mostra con orgoglio l'allevamento di maiali neri abruzzesi.
A fine giornata ci farà assaggiare i salumi di produzione familiare... ok! Non vediamo l'ora!
Prima però dobbiamo guadagnarci la pagnotta. Ormai ci siamo... pronti per partire?
Malic, il pastore che ci accompagnerà in questa avventura, si mostra subito pieno di entusiasmo e pronto a raccontare e a rispondere alle nostre domande curiose.
Forza!
Si parte!
Da sempre i pastori hanno condotto le greggi dai pascoli in quota a quelli delle pianure e viceversa, percorrendo le vie dei tratturi e spingendosi fino al lontano e mite Tavoliere delle Puglie. Oggi la transumanza orizzontale è stata abbandonata, ma si pratica ancora quella verticale... le greggi svernano a valle o nelle stalle dei borghi e poi a inizio estate salgono in quota alla ricerca dei ricchi pascoli montani. Con emozione seguiremo il gregge passo passo... fino allo stazzo su a Campo Imperatore.
Malic indossa abiti pesanti, per essere pronto ai repentini cambi di tempo che caratterizzano l'altopiano. Ma come fai? Non senti caldo?
L'azienda diventa sempre più piccola alle nostre spalle.
In fondo il Monte Bolza... la nostra meta è al di là della sua elegante cresta rocciosa.
All'opposto è ben visibile il castello di Rocca Calascio, sorto in posizione di controllo e difesa del Tratturo Magno, la storica via erbosa per secoli percorsa dai transumanti dall'Aquila a Foggia e viceversa. Cicche ru Caprare, il pastore-poeta di Castel del Monte, ha raccontato nei suoi versi la dura vita del transumante.
Storia antica del tratturo.
Se vi piace ascoltar cari signori
E donne belle, mi venite accanto.
D'antichi cavalier, d'armi e d'amori
Io vi voglio avvertir non è il mio canto,
ma sol di gregge amante e di pastore
Io questa volta di cantar mi vanto;
dunque porgete volentier l'orecchio
che a dilettarvi un po' io mi apparecchio.
Alla partenza per le Puglie, dai pascoli di montagna scendevano verso il tratturo migliaia e migliaia di pecore. Il fiume belante che attraversava le strade del paese fluiva in modo ininterrotto per giorni e giorni. Lo stesso accadeva al ritorno. Oggi a Castel del Monte, contando i capi di tutte le aziende, ci sono meno di 4000 pecore.
Per il tratturo via larga ed erbosa
con le greggi il pastor prende il cammino.
La notte solo un po' ci si riposa
E veglia accanto al gregge il buon mastino.
Com'è lieto il ritorno, affaticati,
Talor dal tempo che gli fa dispetto.
Quando ponno scoprir quei monti amati
Si sentono esultar l'anima in petto.
Facciamo tappa al serbatoio dell'acquedotto per far abbeverare pecore e cani.
Fino al 1900 Castel del Monte non aveva acqua e le donne del paese con grande sacrificio dovevano percorrere chilometri per poterne procurare un po'. Fu poi costruito un acquedotto che porta fino alle case del paese l'acqua (buonissima) di Fonte Vetica. Il giorno dell'inaugurazione si fece grande festa.
Uguali e diversi... alleanza preziosa.
Le pecore di un anno sono numerate con la vernice rossa.
Si riparte.
Il valico del Bolza si avvicina...
... e cominciano ad intravedersi le cime della catena orientale.
Le pecore sembrano conoscere la strada.
I cani pastore sono le sentinelle amiche che vegliano sul gregge.
Muretti e maceri di pietre rimandano ad un passato non troppo lontano, quando la fame spingeva a coltivare anche i terreni a queste quote.
Tra l'erba, orchidee, genziane, iperico, digitale, euforbie e sedum colore del sole.
I cani sfruttano anche la più piccola ombra in cerca di un po' di sollievo dal caldo.
Si disinteressano delle pecore, che finiscono tra le rocce e poi si fermano titubanti, incerte sul da farsi.
Nessun problema! Malic con pochi sapienti richiami le riporta sulla retta via.
Manca poco al valico e le pecore cominciano a voltarsi indietro e a belare forte.
Hanno capito che non rivedranno gli agnelli, ci spiega Malic.
Grazie Emilio... questa è da incorniciare!
Il valico.
I pascoli di Campo Imperatore si spalancano sotto i nostri occhi... infiniti...
... cominciamo a sentirci parte di un quadro.
Sul piano alto di Campo Imperatore
tutto l'armento a pascolar si arresta.
Dove la terra allora è tutta in fiore
E cantano i cuculi alla foresta.
Temprato dell'inverno il gran rigore
Vi spirano aure pure intiepidite
E tutto il grande Campo Impartore
È un campo di viole e margherite.
Il gregge si riposa per ruminare... e anche noi!
Solo Luna e Pippo vengono ad elemosinare qualche boccone.
Ritemprati dalla pausa, ripartiamo in direzione del Monte Camicia.
Malic ci porta orgoglioso un bottino di tutto rispetto... dei prataioli giganti!!
Piana grande... frutti grandi!!
Le pecore intanto hanno ripreso a mangiare... non si saziano mai!!
Ad un tratto sentiamo belare forte alle nostre spalle. Beee!!! Beeee!!!
Una pecora rimasta indietro ci chiede di aspettarla. Che tenera!!
Malic ha tanto da raccontare e dimostra di avere una conoscenza attenta del territorio.
Percorriamo tutta la Valle Lunga...
... e scendiamo nel Canyon dello Scoppaturo...
... famosa location di film western italiani.
Tappa a Fonte Cupa.
I cani subito si tuffano in acqua.
La risorgenza è adornata da una ricca fioritura di Silene delle fonti.
Facciamo scorta d'acqua anche noi.
Dai, che il gregge scappa via!
In questo giorno è anche giusto ricordare chi da pastore è morto in questi luoghi. "Il 13 ottobre 1919 il pastore Pupi Nunzio di Roio muore con i suoi figlioletti sorpreso da una tormenta di neve, la moglie nel disperato tentativo di portare loro aiuto impazzisce e muore dal dolore. Lo scultore Vicentino Michetti ha impresso nel marmo questa tragedia per onorare tutti quelli che hanno trovato la morte in queste montagne". Così recita l'iscrizione sotto le statue.
Lo spavento lassù ti mette in seno
la folgore che scoppia e la procella;
ma quando il tempo è caldo e il ciel sereno
la vita del pastor quasi ch'è bella.
Siamo ormai in prossimità della statale.
Non rimane che attraversarla...
... e proseguire verso lo stazzo ormai vicino.
Malic ci racconta dei camosci... e di Fonte Grotte... e dei precipizi del Camicia.
Sono ormai diverse ore che siamo in cammino e le stanchezza comincia a farsi sentire.
La sente anche lei! Una vecchia pecora rimane indietro e la incoraggiamo a farsi forza.
L'un presso all'altro nell'immenso piano
Son tutti addiacci, nelle valli amene.
Tenere è l'erba, ed è lieto il mandriano
che son di tutti allor le secchie piene.
Il manzo, il capo-fila del gregge, è l'unico a portare il campanaccio.
Su pei sentieri tutte le mattine
che portan dal paese a la montagna
Si vedon tante belle montanine
con qualcun dei suoi che l'accompagna
Volentier lassù tutte ne vanno
Dove le greggi amate hanno il soggiorno,
Breve dimora coi pastor vi fanno
Poi van di cacio cariche al ritorno.
Siamo finalmente allo stazzo! Bravi tutti!!!
Le pecore continuano a pascolare intorno...
... mentre Alessandro finisce di montare i recinti e il guado per la mungitura.
Anche Emilio dà una mano.
Chi lavora... e chi...
Salutiamo le pecore e i pastori e con una navetta (non col trattore) torniamo a Castel del Monte.
Marinella ci aspetta per la degustazione e non possiamo tardare!
Mmmmmmmm!!! Che buono! Non si può raccontare a parole.
Dovrete venire ad assaggiare in prima persona!
La transumanza si ripete ogni anno tra fine giugno e gli inizi di luglio.
Abbiamo poi altri golosi appuntamenti: il 12 e il 19 luglio, e poi il 2 agosto 2019... vieni anche tu con tutta la famiglia a vivere un giorno da pastore.
Ringrazio Emilio e Emanuela che hanno contribuito con le loro foto a rendere speciale questo racconto.