La Madonna Del Casale

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La chiesa della Madonna del Casale o di S. Maria del Carmine si trova all'inizio del Piano delle Cinque Miglia, in una località denominata Colleguidone, nel territorio del Comune di Rocca Pia. Siamo a cavallo tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Nazionale della Majella.

Isolata macchia di colore chiaro sul verde intorno, la chiesa sembra vegliare sull'altopiano, addossata a uno dei rilievi che gli fanno da cornice. E' ben visibile dalla strada volgendo lo sguardo verso ovest.

 

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La Madonna del Casale è una testimonianza degli insediamenti legati alla transumanza, che sorsero sull'altipiano all'epoca del passaggio dal mondo italico a quello romano, antichi villaggi (detti "casali", da qui l'appellativo) dei quali non resta traccia.

In uno di questi, intorno al 1300 fu edificata la chiesa. Non si tratta quindi di una "chiesolina" di campagna, ma dell'ultima testimonianza di una piccola comunità che per alcuni secoli ha abitato queste terre, per poi trasferirsi, forse agli inizi del Quattrocento, nel paese di Rocca Pia.In seguito la chiesa è divenuta anche un sicuro riparo per i pastori ed i viandanti che affrontavano l'avventurosa traversata dell'altipiano delle Cinque Miglia.

L'altipiano ha rappresentato nel corso dei secoli una fondamentale via di transito, poiché garantiva il collegamento tra il Nord e il Sud, tra Firenze e Napoli, evitando il passaggio per lo Stato Pontificio. La sua traversata era però particolarmente difficoltosa nella stagione invernale data l'altitudine e le abbondanti nevicate che ancora oggi lo investono. Lungo le pareti della chiesa è possibile ancora leggere i graffiti lasciati dai viandanti in cerca di riparo. L'iscrizione più antica che vi si legge data 1675, mentre gli ultimi graffiti furono scalfiti nella notte tra il 15 e il 16 febbraio del 1863 dai soldati piemontesi, che qui ripararono durante una tempesta di neve.

 

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La chiesa della Madonna del Casale, realizzata in pietra locale, ha un unico portale di accesso lungo il fianco. Accanto al portale si innalza la massiccia mole del campanile che ricorda più una torre di difesa e di avvistamento. All'interno la chiesa presenta un impianto ad aula rettangolare, presbiterio rialzato ed abside semicircolare; la navata è divisa da cinque archi traversi a tutto sesto ed è coperta da capriate a vista.

Il portale ricorda in maniera abbastanza evidente le forme del portale realizzato per la chiesa di S. Agostino a Sulmona ed in seguito posto sulla facciata di S. Filippo. La datazione ad annum del portale sulmonese, il 1315, diviene dunque un importante termine post quem per il nostro, la cui realizzazione è da ritenersi eseguita entro la fine del Trecento.

 

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Nel portale, un alto timpano decorato a gattoni ricade su due piccole edicole cuspidate composte da due ordini di archetti trilobi ciechi. Le sorreggono delle colonnine a sezione poligonale poste su un alto basamento con i capitelli decorati a foglie di acanto. Lo stesso motivo ad acanto orna la parasta e la colonna elicoidale che inquadra l'apertura e sale a contornare la lunetta.

 

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Del decoro ad affresco che ornava la lunetta non rimane più nulla, mentre ben conservato è il rilievo raffigurante l'Agnello Crocifero posto al centro dell'architrave.

 

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La chiesa conserva una copia della pregevole opera in terracotta del Cinquecento raffigurante una Madonna con il Bambino. L'originale si trova attualmente presso la parrocchiale di S. Maria Maggiore a Rocca Pia. Si tratta di una Madonna del Latte, testimonianza degli aspetti della storia socio-economica del luogo. La donne di Rocca Pia, durante la prolungata assenza degli uomini impegnati nella pastorizia transumante, dovevano svolgere lavori duri (trasportare la legna in paese, curare i campi, ecc.).

Il culto della Madonna del Latte derivava proprio dal timore che tali fatiche potessero rendere il latte stracco, ovvero povero di sostanze nutrienti.

 

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