La Valle dell'Avella (o dell'Avello) nasconde uno dei più affascinanti canyon della Maiella, e ospita tra le sue ripide pareti e i suoi pinnacoli rocciosi centinaia di grotte, che hanno fatto della valle il tempio della pastorizia.
I pascoli alti della montagna venivano occupati dai pastori transumanti, mentre la zona bassa, vicina ai paesi di fondovalle, era riservata ai pastori locali, secondo il secolare rito della monticazione. Dopo il duro inverno, durante il quale le pecore stanziali, a piccoli gruppi, si accontentavano di poco brucando sulle stoppie e sui terreni pietrosi non coltivati, lungo le siepi e gli argini delle strade, i valloni della Maiella si popolavano di pecore e pastori che lentamente rioccupavano le antiche grotte seguendo quasi il ritiro delle nevi. La salita ai pascoli alti iniziava nel mese di maggio, con l'occupazione delle grotte più vicine ai paesi, e terminava verso la fine di giugno, quando le greggi raggiungevano le sedi stabili, le grotte più alte vicine ai pascoli estivi. Qui avrebbero trascorso almeno due o tre mesi fino a quando i primi freddi non avessero consigliato loro il ritorno in paese.
Nel nostro giro di esplorazione seguiremo un vecchio sentiero usato dai pastori di Pennapiedimonte per raggiungere la Grotta Cavaliera. Riscenderemo poi al borgo scavato nella pietra, passando per il Rifugio Peschioli e la "Pinna", la scultorea roccia della Dea Maja che veglia da sempre sulle sorti delle genti d'Abruzzo. Scopriremo un piccolo mondo nascosto tra gli anfratti rocciosi e le pareti a picco scavate dal torrente, un angolo di Maiella ormai dimenticato, un museo a cielo aperto fatto di grotte pastorali, fontanili e muretti di recinzione in pietra a secco, che raccontano millenni di vita pastorale.
Non perdere l'occasione di visitare questo mondo, che le dure condizioni ambientali della montagna e il tempo presto cancelleranno.